A wonderful serenity has taken possession of my entire soul, like these sweet mornings
Presentato oggi il Report con la partecipazione della Presidente di ICN Pamela Cipriano, Howard Catton, James Buchane Franklin Shaffer della CFGNS, del Presidente della CNAI per l’Italia Walter De Caro, e dei colleghi di Spagna, Ghana,Messico, Hong Kong, Taiwan, Argentina.
Howard Catton ha dichiarato che il nuovo rapporto ha rivelato come la pandemia di COVID-19 abbia peggioratonotevolmente il fragile stato della forza lavoro infermieristica globale, mettendo a serio rischio l’obiettivodell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) della copertura sanitaria universale. Suggerisce che nel prossimodecennio saranno necessari fino a 13 milioni di infermieri in più, l’equivalente di quasi la metà dell’attuale forza lavoromondiale.Sapevamo che la situazione era fragile a causa del persistente sottofinanziamento storico dell’assistenza infermieristica intutto il mondo, ma con le ultime informazioni sui posti vacanti degli infermieri, i loro tassi di intenzione di lasciare, e itassi di malattia del personale, deve ora essere riconosciuta come una crisi globale.Il Dr. Shaffer del CFGNS, ha dichiarato: “Possiamo anticipare che ci sarà uno tsunami migratorio in quanto, più che mai, i paesi di tutto il mondo si rivolgonoall’offerta infermieristica internazionale per soddisfare le loro esigenze di forza lavoro. L’ineguale distribuzionepreesistente degli infermieri in tutto il mondo sarà esacerbata dal reclutamento internazionale su larga scala nei paesi adalto reddito che cercano una soluzione rapida per risolvere le loro carenze infermieristiche, il che non farà che ampliare ledisuguaglianze nell’accesso all’assistenza sanitaria a livello globale”.
L’autore principale del rapporto, il professor James Buchan della University of Technology Sydney, (UTS) e l’Universitàdi Edimburgo, ha detto: “Il COVID-19 ha avuto un impatto terribile sulla forza lavoro infermieristica in termini di effettopersonale che ha avuto sui singoli infermieri, e i problemi che ha esposto all’interno di molti sistemi sanitari. Le carenzepreesistenti hanno esacerbato l’impatto della pandemia e gli infermieri esauriti se ne stanno andando perché non possonopiù continuare. I governi non hanno reagito efficacemente alla crescente carenza mondiale di infermieri, e ora devonorispondere alla pandemia, che è un allarmante game-changer che richiede un’azione immediata”. Il rapporto dice che ènecessario un piano a lungo termine per arginare la marea di coloro che lasciano l’assistenza infermieristica a causa deglistress aggiuntivi derivanti dalla COVID-19, e per creare una nuova generazione di infermieri per far crescere laprofessione per soddisfare le maggiori richieste future di una popolazione globale che invecchia. La presidente dell’ICN Pamela Cipriano ha detto: “Gli infermieri sono stati in prima linea nella pandemia per due anni. L’influenza che hanno avuto sulla sopravvivenza e lasalute delle persone che servono è stata enorme. Nonostante abbiano sopportato pesanti carichi emotivi e fisici nel fornireassistenza ai loro pazienti e alle loro comunità, hanno dimostrato una grande capacità di recupero. Ma la resilienza ha isuoi limiti. ‘Senza infermieri, è chiaro che i nostri sistemi sanitari crollerebbero. Tutte le prove contenute in questorapporto mostrano che è vitale agire su un nuovo piano decennale che garantisca investimenti per stabilizzare e costruirela forza lavoro infermieristica. Mantenere gli impegni per sostenere gli infermieri con ambienti di lavoro sicuri, livelli dipersonale e carichi di lavoro, coinvolgimento nel processo decisionale, servizi di salute mentale e compensazione equacatalizzerà l’interesse e la crescita per costruire la professione. Gli infermieri meritano di essere riconosciuti e premiati peri loro incommensurabili contributi alla salute delle persone ovunque”.
Il presidente CNAI per la situazione Italiana ha evidenziato 4 punti:
- Le carenze organiche infermieristiche che portano come conseguenza a turni massacranti, sovraccarico, stress, fatiche e burnout e all’abbondono della professione. In Italia è drammatica, i numeri ci dicono che siamo in fondo alle classifiche OECD, e tra i paesi con meno infermieri del continente europeo.
- Le promesse della politica e del governo che purtroppo non si sono concretizzati in nulla. Nulla è cambiato nulla in termini di stipendi, carriera, autonomia e reale coinvolgimento nella posizione chiave di comando.
- Le tematiche connesse alla comunicazione ed alle vaccinazioni, ai movimenti no-vax, e alle aggressioni agli infermieri.
- Il PNRR e la costruzione di nuove strutture come gli Ospedali di Comunità che rischiano di rimanere vuote e non operative, per carenza di infermieri.
La somma di queste situazioni contribuisce ad una una grande demotivazione dell’intera professione.